In un periodo di emergenza sanitaria, quale il Coronavirus che stiamo vivendo, le realtà aziendali italiane ove possibile vedono i loro dipendenti lavorare da casa, per evitare la possibilità di contagi, pur portando avanti le attività. Il significato di " Smart Working "Lo Smart Working, o Lavoro Agile, è una filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un'azienda che si basa su quattro pilastri fondamentali: revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto ad orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnologica e spazi fisici. Per Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo Smart Working o Lavoro Agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro, una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività. Lo Smart Working sottintende un cambiamento importante che richiede di agire contemporaneamente su più aree e che deve partire da una attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione. È il risultato di un sapiente uso dell’innovazione digitale a supporto di approcci strategici che puntano sull'integrazione e sulla collaborazione tra le persone e tra le organizzazioni. La tecnologia ha un ruolo importante in tutto questo, perché quando si parla di Digital Transformation nei luoghi di lavoro si pensa anche all'applicazione di tecnologie avanzate per connettere persone, spazi, oggetti ai propri processi di business, con l’obiettivo di aumentare la produttività, innovare, coinvolgere persone e gruppi. Com'è regolato lo Smart Working in Italia. Cosa ha cambiato il CoronavirusIn un periodo di emergenza sanitaria, quale il Coronavirus, le realtà aziendali italiane, ove possibile, vedono i loro dipendenti lavorare da casa, per evitare la possibilità di contagi, pur portando avanti le attività. In Italia si ricorre quindi al lavoro agile dove possibile, in realtà forzatamente per evitare la possibilità di contagi. Il lavoro agile, grazie ad un decreto attuativo approvato d’urgenza è applicabile da subito, anche senza un accordo preventivo con i dipendenti (così come richiede invece la Legge sul Lavoro Agile del 2017). In particolare, il Decreto attuativo del 23 febbraio 2020 n.6 ha previsto ‘la sospensione delle attività lavorative delle imprese ad esclusione di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalità 'a distanza’, decisione presa dalla Presidenza del Consiglio “ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, adottando misure di contrasto e contenimento alla diffusione del predetto virus’. Un numero sempre crescente di aziende ha chiesto ai loro dipendenti di limitare le trasferte di lavoro e lavoro in modalità agile, utilizzando gli strumenti tecnologi e di supporto a loro disposizione. In particolare il DPCM dell’8 marzo recita all'articolo 2, comma 1, lettera r la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all'art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro”. Il lavoro agile, lavoro da svolgere presso il proprio domicilio diventa la regola nella Pubblica Amministrazione per tutta la durata dell’emergenza. Sicuramente questa esperienza permetterà di ripensare la modalità dello Smart Working da mettere in pratica quando l’emergenza sanitaria sarà terminata, nell'ottica di creare organizzazioni più flessibili, introdurre approcci di empowerment, delega e responsabilizzazione delle persone sui risultati, favorire l’innovazione diffusa. Alcuni strumenti utili per organizzare lo Smart WorkingEcco alcuni strumenti per potere organizzare e lo Smart Working al meglio. TeamViewer Si tratta di una piattaforma che consente l’accesso da remoto al proprio computer o ad altri dispositivi mobile da qualunque device mediante qualsiasi browser. G-Suite È una suite che ingloba software e strumenti di produttività e collaborazione, tra cui G-mail (per la posta elettronica), Google Drive (il servizio in cloud per archiviare e caricare contenuti con la possibilità di sincronizzarli online), Google Hangouts (il sistema di videoconferenza che funziona accedendo alla piattaforma Meet, e che permette anche di usufruire dei servizi di messaggistica istantanea e Voip), Google Calendar e Documenti. Skype Si tratta di una soluzione Microsoft per fare videochiamate, chattare e condividere documenti e file. Dà anche la possibilità di creare canali per organizzare i lavori in team. Microsoft Teams È una piattaforma unificata di comunicazione e collaborazione che combina chat, videoconferenze, integrazione di applicazioni e archiviazione di file. Cisco Webex Meetings È una piattaforma che permette di organizzare riunioni online e video conferenze, registrarle e salvare l’audio. Nel corso degli incontri è possibile anche condividere contenuti, sia testuali che file audio/video. Trello Si tratta di un software che permette di creare schede che indicano le attività di cui occuparsi e chi ne ha la responsabilità. Miro È una piattaforma che mette a disposizione una lavagna virtuale interattiva per attività di brainstorming e costruzione di mappe mentali. AutoreSimona Schilirò Senior Consultant di Sigma Experience |